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Sanità carente a Cassano PDF Stampa E-mail
Scritto da L.Franzese   
sabato, 07 novembre 2009 08:35
Il sindaco Gallo
Il sindaco Gallo
Torna in primo piano la carenza di sanità sul territorio del comune di Cassano All’Ionio. Un’odissea infinita che si protrae nel tempo da oltre quarant’anni. Il sindaco Gianluca Gallo e l’assessore delegato, Roberto Bruno, lamentano la scarsa attenzione con cui le istituzioni competenti, Regione e Asp, guardano a questa parte di Calabria. Nonostante le rinnovate promesse, che periodicamente vengono pronunciate dai responsabili di turno, qui a Cassano - tuonano Gallo e Bruno - la struttura di via Ponte Nuovo, (doveva assurgere al rango di Ospedale), continua a languire insieme alle poche dotazioni esistenti come  il Poliambulatorio, che ogni giorno diventa sempre più povero di servizi e di mezzi a disposizione e l’Hospice, intitolato a “S. Giuseppe Moscati”, per le cure palliative ai malati di tumore, che continua a rimanere sottodimensionato, sia per quanto riguarda la dotazione organica, sia per la carenza di strumentazione necessaria per l’assistenza ai degenti. Le ultime novità – evidenziano gli amministratori cassanesi - risalgono ad alcuni anni fa, quando furono aperti l’Hospice e fu istituito il 118. Da allora ad oggi, Cassano, ventimila abitanti circa, importante centro della provincia di Cosenza, continua a rimanere emarginato dai circuiti sanitari regionali e provinciali. Secondo il Sindaco e l’Assessore, attraverso il potenziamento dei servizi esistenti, si potrebbe migliorare l’offerta sanitaria in periferia, magari, dotando il presidio di una strumentazione efficiente per il funzionamento della Radiologia, in panne da tempo, con conseguenti disagi per gli utenti. Il sindaco Gallo e l’assessore Bruno hanno,  infine, rivolto un nuovo invito all’indirizzo del Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Franco Petramala, affinchè rivolga, come promesso in più momenti, maggiore attenzione alla struttura sanitaria di Cassano, per soddisfare le esigenze dei cittadini-utenti della sanità e per riempire di contenuto lo stabile che ancora oggi, a distanza di otto lustri, continua a rimanere inutilizzato.
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