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Una favola: Scherzo a "Marzo" PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
sabato, 27 giugno 2009 07:11
ImageUn tempo non molto lontano tutte le cose, gli animali, gli uomini avevano la possibilità di poter parlare tra loro. Gli alberi, parlavano agli altri alberi, ai fiumi, agli animali, al solee perfino ai mesi dell’anno, così come questi discutevano tra loro. Si giocavano scherzi, burlandosi come fanno gli uomini o litigavano per qualche parola fuori riga, così si dice quando lo scherzo o la discussione prende una piega un po’ pesante.Vi voglio raccontare un fatto accaduto, nel tempo che fu, forse quando sulla terra esistevano ancora magici maghi, fate e streghe cattive come gli orchi, animali fantastici enormi dinosauri e mammut.Un giorno un signore, che si chiamava Luigi, un pò intrigante, curioso ed anche dispettoso, si mise in cammino per il mondo alla ricerca di Marzo, che è sempre stato un po’ cattivello, un po’ pazzo e stracagnotto verso gli uomini, con l’intenzione di giocargli uno scherzo.

Dopo giorni di viaggio domandando a molte persone, ad alberi, ai venti freddi che soffiano d’inverno, alle acque che scendono nei fiumi dai monti, egli arrivò a scoprire la casa di Marzo, la quale era una grandissima grotta, ove lui nascondeva geloso i suoi venti, le nevi, le piogge, che improvvise scatenava sul mondo, e, in questo nascondiglio racchiudeva anche il sole, la luna e le stelle quando voleva fare uno scherzo maligno.La grandissima grotta si trovava su un’enorme montagna, ed il signor Luigi, piano con passo lento, ma deciso, senza paura, arrivò all’apertura dove trovò Marzo disteso a dormire giacché aveva concluso il suo tempo di lavoro, ormai si era in Aprile, con l’esattezza della storia, erano passati due giorni dal trent’uno del mese di cui era padrone.Il signor Luigi, che, come abbiamo già detto, era anche un dispettosello, si avvicinò e gridando forte all’orecchio di Marzo, lo svegliò, facendogli fare un salto dal letto e impaurendolo un pochino.“chi sei tu che mi hai svegliato gridando così forte e facendomi prendere paura?” - Strillo arrabbiato Marzo, “ non lo sai che ho lavorato per un mese intero e devo riposare sino al nuovo anno.”.“non ti arrabbiare o signor Marzo, sono stato io a toglierti dal sonno” rispose lesto il signor Luigi

- cosa vuoi di tanto importante da venire quassù, dove nessuno viene mai?”.

Il signor Luigi che sapeva parlare, e non  era per nulla impressionato dagli strilli di Marzo, presto rispose, “grande Marzo, sono venuto quassù per chiederti una piccola cosa”.“parla.” Gli fermò Marzo il discorso.“tu devi saper che io mi riunisco la sera con alcuni amici nel bar vicino a casa mia, e, proprio la sera del giorno trent’uno abbiamo parlato di te”.“e cosa avete detto, parlavate sicuramente male di me”.“nooh! Ma, si affermava che tu, ormai, avendo finito il tuo mese di lavoro, non eri nella possibilità di far piovere più, perciò ognuno di noi poteva stare tranquillo in campagna o in città senza timore di prendersi un bagno improvviso, poiché, Aprile, si sa, è amante del sole e non gli piace di cambiare i suoi programmi, egli, come anche tu sai, gradisce dormire tranquillo, cullato da un leggero venticello all’ombra d’alberi in fiore sulla tenera erba sbocciata sulla terra”“ebbene?!”“nel discorso, ci siamo animati un pò, alla fine la maggioranza è convenuta affermando che la tua capacità, la forza del tuo potere erano deboli e non avresti potuto far cadere la pioggia proprio nel mese d’Aprile; e qualcuno di noi ha scommesso contro di te. Per cui, mi hanno inviato da te, per farti la domanda: puoi tu essere più forte del tempo e togliere ad Aprile dei giorni di sole sostituendoli con giorni di pioggia?”Come ho detto sopra, il signor Luigi era un tantino dispettoso e curioso. Tutta la storia della riunione se l’era inventata e di più, nessuno l’aveva inviato a chiedere una cosa del genere a Marzo.

Si sa come vanno certe cose. Punto sull’amor proprio, sull’orgoglio, spinto dal tenore di voce del signore che apertamente sembrava che lo sfidasse e nel frattempo gli voleva far fare una brutta figura da raccontare agli amici, Marzo un po’ contrariato, quasi permaloso gli rispose” - Io sono capace di tutto. Posso trasformare una giornata di sole in pioggia senza che nessuno si opponga, comando all’acqua di scendere, al vento di soffiare, al sole di starsene nella grotta a mio piacimento e nessuno si lagna. Sono libero di fare quel che mi pare in ogni momento. Non devo chiedere niente a nessuno. Come vi siete permessi di scommettere contro di me?”“Noi pensavamo che..” Non finì il discorso perché subito fu interrotto da Marzo quasi furioso, così come in cuor suo si aspettava il signor Luigi, che intanto si fregava le mani sicuro che lo scherzo, che aveva pensato, andava a buon fine.

“Voi non potete pensare di me cose del genere” - Urlò indispettito Marzo - “ vi farò vedere io cosa sono capace di fare”, sentenziò sicuro di se.“Ma?” - “Zitto, io farò piovere domani” e precisò “domani giorno quattro” ma, subito pensò alla difficoltà in cui poteva trovarsi, quasi pentito per la sbruffonata che aveva detto. Il signor Luigi contento, per chiarire meglio quello che Marzo aveva detto riprese

“Allora domani pioverà sicuro, non stai scherzando?”

non pronunciando più Aprile per paura che Marzo ci ripensasse sopra.“Stai tranquillo domani è certo che pioverà” concluse Marzo, pensando che ormai non  poteva più tirare indietro le parole dette prima. Il signor Luigi soddisfatto per la promessa ricevuta, salutò scusandosi per il disturbo, prese piano la strada del ritorno, però lontano dalla visuale di Marzo, per non essere raggiunto da questi, per un probabile ripensamento, corse veloce sulla strada che aveva percorso il mattino, ritornando al suo paese, dove raccontò il fatto e la promessa, sicuro che alla mattina del quattro si sarebbe fatto una grossa risata, perché in cuor suo pensava che Marzo non avrebbe mantenuto l’impegno, o, che, se anche piovesse, in ogni caso sarebbe diventato famoso in tutto il paese per aver convinto e imbrogliato questo mese così poco saggio, poco accorto e un po’ pazzo. Intanto, rimasto, solo il povero Marzo, preoccupato per la promessa fatta così leggermente, camminava avanti, e indietro, fermandosi spesso a pensare cosa poteva e doveva fare per uscire da quest’imbroglio, e, come poteva realizzare quanto gli era stato chiesto, perché aveva capito che, rubare un giorno ad Aprile, era un affare serio e non per niente facile.Dopo un’ora abbondante, prese una decisione. Ricordandosi che aveva un amico, dallo stesso suo carattere, che poteva aiutarlo in questo fattaccio, decise di andarlo a trovare per avere una mano ad attuare quanto aveva deciso con faciloneria.Così, corse nella grotta si buttò sulle spalle una palandrana vecchia e velocemente si mise in cammino con passi svelti e lunghi.Dove andava e cosa voleva fare Marzo? Correva nervoso e frettoloso, per la strada dei monti, su un sentiero polveroso, pieno di rovi e di crepacci dove nessuno mai andava, salvo qualcuno interessato a raggiungere un castello che si trovava proprio sul cucuzzolo di un monte.Marzo, correndo, buttava all’aria qualche parola, parlando fra se.

Ogni tanto diceva “ ma si, l’amico mio mi aiuterà senz’altro, così potrò mantenere quest’impegno, non previsto ma preso, e non parleranno male di me, né diranno che non mantengo gli impegni presi e non sono potente”.Dopo un lungo cammino arrivò al portone del castello che stava in cima alla montagna.Bussò ripetutamente col batacchio di bronzo. Aveva fretta.Dove era andato il povero Marzo? Era arrivato davanti il castello di un mago che si chiamava Nocino per il suo colore quotidiano. Infatti, era sempre sporco, i capelli sempre spettinati color di noce, i vestiti strani di cui non si riconosceva la stoffa perchè avevano tante macchie d’unto: sembrava un brutto ceffo a guardarlo, e faceva paura per la barba lunga e i baffoni che aveva sotto il naso. Brutto ceffo e gaglioffo lo era davvero. Tanto cattivo che nessuno ci voleva parlare, il nome glielo avevano appioppato i compagni di gioco, quando era bambino.“Ohè! Chi è che bussa in codesta maniera! Non lo sa che io sono il mago Nocino e a casa mia nessuno mi deve dar fretta?” Dal di dentro del castello Nocino, poi, sempre arrabbiato, strillò ad un servo di andare a vedere chi era l’importuno, screanzato che si era presentato a casa sua senza prendere appuntamento, e che bussava senza un briciolo d’educazione.

Il servo accorso subito andò al portone, aprì, conosciuto Marzo, il quale spesso veniva in visita dal suo padrone, lo fece accomodare su una poltrona nera fumo e corse a portare la notizia al Mago Nocino.Nocino pensando che un motivo grave aveva spinto Marzo al suo castello, si mosse lesto verso il salone ove era l’amico.Scambiati i saluti del caso, Nocino, che riusciva sempre a capire quel che Marzo voleva dal solo guardarlo in faccia disse subito “ Dimmi tutto” con il tono di voce tra lo scherzoso e il paternale, un pò scocciato, che sembrava dire “cosa hai combinato ora?” conoscendo bene i guai che l’amico andava facendo in giro e che in ogni modo lui condivideva di buon animo.Marzo gli raccontò velocissivamante quanto gli era accaduto, nascondendo ad arte la sua poca saggezza e accortezza.I due animatamente vagliarono la situazione, cercando qualche rimedio onde non fare una magra figura nei confronti del signor Luigi e degli amici di questo, proponendo ognuno qualche soluzione che, analizzata presto, si dimostrava non idonea al caso.

Dopo un’ora di fitto parlare, il mago Nocino all’improvviso strillò “Ho trovato! Ho trovato! Mi è venuta un’idea formidabile che sicuramente non fallirà”.“Dimmela subito che sono in ansia” “Dobbiamo far addormentare Aprile” Incominciò Nocino “ un bel sonno profondo e, mentre lui dorme, tu ne prendi il posto. Ordinando ad una tua nuvola di andare al paese di questo signor Luigi e scaricare sul paese un bel temporale con fulmini tuoni e una quantità impressionate d’acqua”.

Marzo subito approvò l’idea con un cenno del capo, accarezzando con il pensiero la bella figura che avrebbe fatto.Però vi era un problema. Chi avrebbe fatto addormentare Aprile, il quale non si fidava di Nocino e se ne stava sempre al largo, per non incorrere in qualche malvagità a suo danno? “A far addormentare Aprile ci penso io“ infervorato e contento fece Marzo “ invito qualche amico a cena domani sera con l’obbligo di portare un compagno, suggerendo ad uno di loro di portarsi Aprile, che in compagnia verrà di certo, durante la cena farò servire dell’ottimo vino forte, che farà un buon effetto su tutti, specialmente su Aprile, poi tu verrai e, con una magia delle tue, lo farai dormire in modo pesante per la notte e la giornata del quattro, facendolo svegliare quando tutto è andato in porto”.“OK allora tutto sarà fatto come abbiamo detto: vedrai che dormirà come un ghiro”.

La sera successiva, quella del giorno tre, Marzo invito gli amici e tra gli invitati che si presentarono a cena vi era Aprile, che di sera normalmente abbandonava facilmente le cose che doveva fare a favore di un sonnellino, ma, quella sera, preferiva la tavola al solito dormire. Accortamente, Marzo, ogni volta che il bicchiere d’Aprile era vuoto, prontamente lo riempiva sino all’orlo, fin quando questo non si ubriacò e cadde a terra in sonno. Allora venne di corsa Nocino, senza farsi vedere dagli altri invitati, portarono l’ubriaco in una stanza isolata, lo misero sopra un letto, e sul posto, pronunciate strane formule magiche, alla fine Nocino disse “Dormi per qualche giorno e non risvegliarti presto”.Si fregarono le mani entrambi, poi di nascosto da tutti, Marzo con Nocino fecero una corsa per raggiungere la grotta. Là giunti comandarono immediatamente ad una nuvola e ad un temporale di andare e fare un buon lavoro onesto sul paese del signor Luigi. Nocino detto ancora qualcosa, saluto e corse al suo castello.

IL temporale subito ubbidì e per meglio eseguire l’ordine si portò appresso il vento a cui disse d’essere veloce forte e freddo.Arrivato sul paese del signor Luigi il temporale disse ai tuoni di iniziare a farsi sentire, al fulmine di far cadere saette sulla terra, ed alle nuvole di scaricare acqua in abbondanza su ogni metro quadrato di suolo, mentre al vento di soffiare cercando di far volare le tegole delle case, di strappare gli ombrelli dalle mani delle persone, di far cadere alberi con le loro radici, e di impedire alla gente di camminare facilmente per le strade.Il maltempo infatti, con tutta quella forza e cattiveria, non permise a nessuno di uscire, chi era a casa guardava timoroso la forte pioggia, chi era al bar pensò di non andare a casa, chi era per strada si bagnò tanto che sembrava uscito da una piscina colma d’acqua. Gli animali che erano fuori impauriti non trovavano la via delle stalle, gli uccelli volarono nei nidi che trovarono pieni d’acqua e si misero a cinguettare dallo spavento ed anche perché erano bagnatissimi sotto le piume.Tutto continuò sino al mattino, e la furia di quel cattivo tempaccio diminuì un poco verso il mattino, perché temporale, per paura di disubbide, nel caso che non avesse ben sentito l’ordine del padrone e di Nocino, volle chiedere a Marzo cosa doveva fare ancora e questo prontamente, e con rabbia, per la domanda che riteneva sciocca, disse al vento, che era andato a fargli la domanda, di far continuare l’azione con lo stesso modo secondo il comando datogli da lui e Nocino.Marzo, che era sempre distratto nelle cose sue, non aveva afferrato bene quello che aveva detto il mago Nocino nel momento in cui aveva fatto la sua magia, per questa cosa gli era sfuggito che Aprile, sotto l’effetto della stessa, doveva dormire per qualche giorno: uno, due , tre o quattro, ma non si sapeva quanti, e per la magia lo stesso tempo doveva durare il temporale. Per cui, quando a mezzanotte Marzo mandò un messaggero a dire al temporale di tornare a casa e di cessare con la pioggia, i tuoni, i fulmini e tutto il resto, si vide ritornare il messaggero sconsolato che gli raccontava che temporale non udiva, e, non capiva quello che gli diceva, mentre urlando con i tuoni, gli faceva capire che la sua opera continuava, giacché non poteva fermarsi. Meravigliato, da questo comportamento insolito, Marzo si rese conto che qualcosa non tornava, e che qualcuno gli aveva tolto la padronanza su temporale.

Lesto allora corse da Nocino il mago e gli chiese spiegazioni. Nocino, che sapeva bene quello che aveva fatto, gli rispose che era tutto stato fatto secondo quanto aveva chiesto Marzo, e che lui gli aveva spiegato bene tutto prima di fare la magia, ed ora non poteva distruggerla. Spiegandosi disse “perché quello che era stato annodato non si poteva sciogliere”. Strano modo di parlare e di agire diciamo noi.Marzo sconsolato, ritornò avvilito verso la sua grotta, per tutto il tragitto, ed anche quando rientrò nella sua grotta, cercò, di capire quello che era successo, e di trovare una soluzione adatta al caso. Non trovando risposte pertinenti, penso di andare presto a cercare aiuto presso una sua sorella che per professione faceva la strega. Sua sorella, non abitava lontano, stava ad un tiro di schioppo.

Si mise in cammino nella stessa nottata ed in mezz’ora arrivò a casa di lei.Bussò, si fece riconoscere, ed entro in questa specie di casa che altro non era se non una vecchia torre tutta malandata, appena illuminata da candele fioche, piena di buchi e strane stanze buie, ragni e ragnatele, con corvi e pipistrelli. La sorella come lo vide le chiese sorniona, prendendolo anche in giro ”Come mai da queste parti è da molto che non ci vediamo, hai bisogno di qualcosa, denari, filtri magici, Intrugli, che altro?”.Marzo dopo aver chiesto scusa, per essere andato così in piena notte da lei e per il tempo passato dalla sua ultima visita, le confidò l’accaduto ed il suo timore per quando stava accadendo con temporale che non gli ubbidiva più per via del sortilegio di Nocino. “Tu sei stato scriteriato e un facilone” sentenziò La sorella che si chiamava Lucrezia e irritata continuò ”potevi venire da me, che avremmo trovato una soluzione migliore, e invece sei andato da quel buono a nulla di Nocino. Adesso, non dovrei spendere una parola per aiutarti, non dovrei venirti incontro con le mie stregonerie”.

Dovete sapere che un tempo lontano Nocino e Lucrezia si erano fidanzati, ed erano stati fidanzati per circa dieci anni, dopo successe che, per un malocchio fatto da Lucrezia su un amico di Nocino, i due si litigarono con invettive e sortilegi scagliati l’uno verso l’altro, finché un giorno, decisero che non era più il caso di essere fidanzati, per questo si lasciarono per non vedersi più per l’eternità.Lucrezia in ogni caso non poteva mandare indietro il fratello senza fare qualcosa per lui, e, anche per fare un dispetto a Nocino, si mise a leggere tutti i suoi libri di magia in cerca di qualche rimedio da adattare alla richiesta del fratello. Però cerca di qua, cerca di la, non riusciva ad escogitare niente di buono: sennonché arrivata al penultimo librone, scoprì, che una fata di nome La Buona, aveva una volta fatto un certo intervento risolvendo un problema del genere con un buon risultato, questa viveva in una casa, una specie di castello gelato al polo nord, quindi consigliò di andare dalla fata La Buona e di chiedere aiuto.

Dalla stessa casa di Lucrezia, Marzo gettò un urlo possente chiamando il vento Tramontano, il quale di corsa trafilato, arrivò in un battibaleno. Marzo disse subito a costui “Portami subito al polo Nord a casa della fata La Buona”. Il vento non chiese il perché di questa spedizione, subito si mise in cammino con su le spalle il suo padrone.Arrivati alla casa della fata La Buona, che si riconosceva per le grandi finestre di ghiaccio e l’immensa illuminazione che esisteva attorno al castello, Marzo, chiedendo il permesso di entrare, per paura che la fata l’avrebbe fatto uscire se si mostrava ineducato, entro e, quindi subito, con lo stesso tono di voce, chiese aiuto e soccorso per sciogliere il nodo della stregoneria fatto da Nocino.La fata, che già sapeva quello che era capitato a Marzo, perché aveva i suoi informatori segreti, fece prima una bella paternale al malcapitato rimproverandolo per la sue continue cattiverie ed i dispetti che faceva a Tizio ed a Caio, poi disse che il maleficio di Nocino era potente e che non si poteva sciogliere facilmente, ma che avrebbe lo stesso tentato di dare una mano al poveretto, cercando di salvare il suo amor proprio di fata buona e l’amicizia che in ogni caso legava Marzo ad Aprile, al di la dell’inganno, che costui aveva fatto andando a Nocino, per cambiare il programma d’Aprile, facendolo ubriacare, mentre costui aveva in mente nel suo mese di regalare agli uomini giornate serene piene di sole con leggeri venticelli, erbe verdi e fiori colorati.La Buona disse così a Marzo “Stammi bene a sentire, io adesso, dato che non posso annullare completamente l’opera di Nocino, opero in maniera di annullarne una parte in modo tale da rendere meno duri e pesanti gli effetti della stregoneria”.

Prese una delle sue bacchette magiche, quella di color blu, n’aveva di tutti i colori, e per ogni caso sceglieva quella di colore più appropriato, andò in una stanza segreta, prese un libro di formule magiche, aprì alla pagina 112, lesse il contenuto, poi andò da marzo, che aspettava ansioso di avere una risposta positiva ai suoi mali, e incominciò a parlargli.“Allora, come ti ho già detto, quello che posso fare è di attenuare gli effetti della magia di Nocino, adesso dirò una formula magica che solo io conosco, e trasformerò la stregoneria di Nocino, in maniera tale da fare smettere il tanto cattivo tempo sul paese del signor Luigi, che ti ha attirato in un tranello. Tu però stai più attento in altre occasioni, cercando di non essere credulone pieno di boria e d’amor proprio, tanto che chiunque ti conosce, ti sceglie per farti degli scherzi burloni, a cui poi tu non sai come porre rimedio e cosa fare. Con la mia bacchetta magica, e la mia formula segreta, trasformerò il tutto annullando il tempo cattivo di temporale in piogge leggere, anche solo di qualche goccia al giorno, ma per quaranta giorni dal quattro d’aprile, purtroppo per un legame, che in parte è dovuto all’effetto della stregoneria di Nocino, relativa a quanto ha pronunciato e fatto con i suoi intrugli misteriosi, vi è la sola possibilità di questo mutamento.

Prendere o lasciare. Per la formula, che se vuoi pronuncerò, succederà che nel tempo futuro per sempre, nel caso che, il quattro d’Aprile, Nocino si ricorderà della sua stregoneria e riuscirà a far piovere, vuol dire che per altri quaranta gironi di seguito in qualche luogo, montagna, pianura o mare dovrà scendere la pioggia così come ho detto prima. Hai inteso bene?”.Marzo, ancora avvilito, sentendo che non si poteva evitare la stregoneria di Nocino, fece buon viso, si accontentò, diede il suo assenso affinché la fata  La Buona effettuasse la contromagia. Allora la fata subito prese la bacchetta blu, la mise in direzione del paese del signor Luigi, disse la formula segreta, che nessuno conosce, avendola sempre detta sottovoce, nascondendo la bocca in modo che non si poteva neanche vedere quello che le sue labbra pronunciava, e subito il temporale cessò e una pioggerellina leggera, senza tuoni e fulmini cadde sul paese fino a mezzogiorno.“Ora che ritorni alla tua grotta sveglia Aprile, digli tutto quello che è successo, chiedigli scusa e perdono, per quello che hai combinato a suo danno, promettendogli di non tentare altre volte di fargli scherzi di nessuna natura, capito?” riprendendo dopo la parola capito “ io sarò vicino ad Aprile, quando lo sveglierai, convincendolo a non arrabbiarsi ed ha perdonarti. Ora vai prima che anche il giorno cinque i tuoi venti, i fulmini e la pioggia cadono impetuosi su quel paese”.

Marzo, sentendo anche che la fata interveniva a placare Aprile, tiro un gran sospiro di sollievo, promise che avrebbe eseguito le raccomandazioni della fata La Buona, chiamò il vento Tramontano e si fece riaccompagnare nella sua grande grotta. Così restò fissato nel tempo, quanto aveva detto e fatto, con la sua formula magica, la fata La Buona. Infatti, oggi tutte le persone sanno che, se piove il giorno quattro d’Aprile, pioverà per altri successivi quaranta giorni ed hanno creato un proverbio che dice “Quattro aprilante giorni quaranta”, ovvero, dopo del quattro, pioverà per altri quaranta.Marzo, comunque, anche se ha avuto una grande paura per quello che aveva fatto, dato che è sempre distratto e pazzerello, durante il suo mese fa scherzi in abbondanza: oggi piove domani esce il sole, mentre c’è il sole arriva una pioggia e viceversa divertendosi un po’ nel prendersi gioco di chi esce con l’ombrello e devono riporlo perchè non piove e fa caldo e di altri che, mentre c’è il sole, si vestono leggero e sono senza ombrelli si bagnano cappelli, vestiti e scarpe, prendendosi un rumoroso malanno, così che tutti dicono:  

Marzo bello, picchiatello

scopri il sole,

ma diventi pioverello

se dimentico l’ombrello. 

Marzo pazzo, dispettoso

tu conservi acqua e vento,

ma mi sciogli come neve

se mi copro sin ai piè. 

Marzo pazzo, marzo bello

se io vedo prati e fiori,

se io odo cento uccelli,

che volando su nei cieli

fan fuggire nubi e vento

io divento canterello

Marzo pazzo, marzo bello.

 

Michele Miani

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