Scritto da A.Iannaccone
|
domenica, 24 maggio 2009 06:30 |
Amerigo Iannaccone La Fiat che perde pezzi - In inglese i nomi propri non vogliono l’articolo: si dice “England”, “Italy” e non “the England”, “the Italy”. In Italiano la regola (ma le regole linguistiche derivano dall’uso e non sono imposte per legge né tantomeno seguono la logica) vuole che nei nomi di stato l’articolo ci vada. Quindi: “l’Inghilterra”, “l’Italia”. Ma perché, allora, oggi si usa dire “Israele” e non come sarebbe piú logico “l’Israele”? A mio avviso si tratta solo di un calco giornalistico dall’inglese, cosí come è diventato “Medio Oriente”, calco dell’inglese “Middle East”, quello che in realtà per noi era il “Vicino Oriente”. Per i francesi – detto per inciso – lo è ancora: Proche-Orient. Ma nel linguaggio politico e giornalistico ha prevalso il termine usato dagli anglosassoni, che considerano “vicino oriente” l’Europa sudorientale.
Spesso si è cominciato a togliere l’articolo anche nei nomi di aziende. Cosí vi capita di sentire “assunto in Rai”, “lavorare in Rai” anziché “assunto alla Rai”, “lavorare alla Rai”. In queste ultime settimane si è sentito parlare molto dell’accordo Fiat-Chrysler e di contatti della Fiat con la Opel e i giornalisti, adeguandosi supinamente all’inglese, hanno abolito l’articolo e abbiamo sempre sentito frasi del tipo “Fiat ha sottoscritto ecc.”, anziché “La Fiat ha sottoscritto ecc.” E noi non possiamo che augurarci che le perdite della Fiat siano limitate solo all’articolo. (da "Il foglio Volante" di Amerigo Iannaccone) |